Questo piccolo volatile si trova al limite meridionale più estremo d’Italia per quanto concerne la riproduzione. Lo studio e le ricerche sono state condotte per molti anni dal noto appassionato ed esperto di ornitologia Gianluca Congi.
Nell’estremo Appennino italiano, dopo decenni d’incertezza, arriva la conferma della nidificazione della Passera scopaiola (Prunella modularis). Nessuno aveva mai documentato la riproduzione di questo piccolo uccello, le prime notizie storiche risalgono al 1899 quando Armando Lucifero la segnalava di passo poco frequente ma non nidificante. Agli inizi degli anni ’90 sono state riportate delle segnalazioni, da verificare, per l’Irpinia (Campania) e per la Sila (Calabria), in seguito, mai confermate. Nessuna notizia certa di nidificazione quindi, tanto meno segnalazioni in tal senso riportate nella bibliografia.
Nel comune di San Giovanni in Fiore (Cosenza), sulla Sila esposta a Oriente, all’interno dell’area “MaB Sila” – riserva della Biosfera e quasi ai confini del Parco Nazionale, nel 2014, dopo molti anni di vane ricerche, il noto appassionato e studioso di uccelli Gianluca Congi, ha cominciato a osservare la specie nel periodo riproduttivo, confermandola poi nelle stagioni successive fino a quest’estate, con l’avvistamento di giovani nati su queste montagne. Una scoperta rilevante, se si considera che a sud dell’Appennino molisano non erano noti casi di nidificazione e quella della Sila è al momento una delle più importanti dal punto di vista biogeografico, tenuto conto che è il limite più estremo d’Italia per la riproduzione di questo volatile. La Passera scopaiola è dunque rarissima come nidificante sulla Sila (due siti contigui), più comune invece nel periodo invernale, quando molti individui svernano su tutto il territorio regionale. Grazie al paziente e complesso lavoro di ricerca e osservazione svolto da Gianluca Congi è stato finalmente eliminato un dubbio che persisteva da epoche lontane, e da oggi la Sila ha una nuova specie di uccello da annoverare tra quelle che nidificano.
La ricerca farà parte dei lavori del XIX Convengo Italiano di Ornitologia che si terrà a Torino a fine settembre. Gli atti del convegno assieme ad un poster descrittivo, saranno poi resi noti dalla stessa organizzazione, per cui chiunque potrà leggerne i contenuti non appena saranno resi disponibili. Una bella e positiva risposta ai disastri degli incendi boschivi che stanno mettendo in ginocchio l’Italia, la Calabria e la Sila, un motivo in più per difendere il prezioso patrimonio forestale, tenuto conto che questa specie è stata trovata proprio in un importante complesso naturale del vasto altipiano calabrese, in passato oggetto di gravi incendi.
Recentemente, sempre Gianluca Congi, aveva scoperto in Sila la riproduzione del Gruccione a circa 1200 metri (la quota più elevata del Paese) e documentato lo scorso inverno il primo caso di svernamento della rarissima Cicogna nera a queste latitudini. Se sia un segno dei cambiamenti climatici in atto forse è ancora presto per dirlo ma di certo si tratta di notizie che confermano la grandissima biodiversità presente sulla Sila calabrese.