Fino a qualche decennio fa, nel periodo tra maggio e luglio, era facile incontrare per i boschi donne chine dedite alla raccolta della cicoria selvatica. Oggi, è una pratica un po’ abbandonata, e se c’è qualcuno che ancora lo fa, sicuramente è perché da piccolo era solito andar per boschi con i nonni o con la mamma a cercare cibo prezioso che la natura offriva spontaneamente.
La cicoria selvatica è una pianta erbacea perenne con caratteristici fiori azzurri. Generalmente nasce ai bordi delle strade, su terreni asciutti e argillosi e nelle zone erbose incolte. Ha una caratteristica forma allungata con foglie molto frastagliate e, rispetto a quella coltivata, le foglie si presentano molto più sottili.
Pianta molto apprezzata nell’antichità per le lodevoli proprietà medicinali. In Grecia veniva spesso impiegata per la preparazione di decotti e consigliata per la risoluzione di problematiche a carico dell’apparato digerente, soprattutto come detossificante epatico. Le radici essiccate invece venivano utilizzate per la preparazione di una bevanda dal colore simile al caffè.
È costituita per il 94% da acqua, apporta solo 10 kcal per 100 grammi, contiene vitamina K, A e C, ferro e potassio. I contenuti di fibra (3.6g/100g) e vitamina C, sono molto più elevati nella cicoria selvatica rispetto a quella coltivata, riconoscibile dalle foglie molto più larghe. Il noto sapore amaro, non amato da tutti, è la proprietà che rende tale pianta un toccasana per fegato e intestino. L’acido cicorico è l’alcaloide in essa contenuto ed è un potente antiinfiammatorio e antiossidante; riduce la glicemia ed il colesterolo LDL responsabile delle placche aterosclerotiche, e pare abbia un effetto inibitorio anche sull’HIV.
Ha azione drenante e disintossicante per il fegato. Mangiare cicoria aiuta a regolarizzare l’intestino e ad eliminare i fluidi in eccesso che si manifestano nella ritenzione idrica. Anche la pelle e i capelli trovano beneficio da un consumo abituale di tale pianta. La fibra in essa contenuta contrasta l’accumulo di grasso a livello addominale e contribuisce a ridurre acido urico e trigliceridi ematici. Dalle radici della pianta viene estratta l’inulina impiegata per la produzione di integratori. L’inulina è una fibra solubile utile per favorire la crescita dei bifidobatteri intestinali e inibire quella dei patogeni, migliora il transito intestinale con azione preventiva sul cancro al colon.
L’unica accortezza è quella di evitare il consumo di cicoria in caso di calcoli biliari in quanto favorisce la contrazione della cistifellea peggiorandone la sintomatologia.
In cucina possiamo impiegare le foglie cotte come contorno o anche per la preparazione di primi piatti come il risotto, in abbinamento a formaggi a pasta molle.
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Vive e lavora a San Giovanni in Fiore. Laureata con il massimo dei voti, sceglie di intraprendere sin da subito l’attività di nutrizionista. Riceve in diverse sedi nella provincia di Cosenza e di Crotone, e collabora con scuole calcio e palestre. Vanta inoltre, docenze di alta formazione, per aggiornamenti riguardo la nutrizione in ambito medico.
La prerogativa della propria attività professionale è quella di applicare metodiche scientificamente validate, evitando quelle tecniche sempre più spesso diffuse da canali non ortodossi che seguono più le logiche del business rispetto a quelle della salute. Continui aggiornamenti e costanti studi, rappresentano l’unica strada perseguita dalla dott.ssa Nuccarini per poter valutare al meglio la situazione individuale di ciascun paziente in maniera tale da applicare i piani alimentari in modo strettamente personalizzato e aggiornato alle più recenti ricerche in ambito nutrizionale.
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