La storia della trave di fuoco che a metà del diciottesimo secolo aveva minacciato di distruggere San Giovanni in Fiore, una notte di fine estate, salvato poi grazie all’intercessione del patrono San Giovanni Battista, sentitamente invocato dal popolo che si vedeva perduto in mezzo alle fiamme che cadevano dal cielo, ha una storia che esula dalla leggenda, che per circa due secoli ha alimentato la fantasia di migliaia di ragazzi che pendevano dalle labbra delle nonne, quando nelle serate fredde e nevose, accanto al caminetto, ascoltavano quella storia. Lo stesso Saverio Basile ne aveva raccontato la storia nel suo libro “Leggende Silane” e ormai introvabile se non in formato digitale.
Ebbene nell’archivio Barberio, recentemente riordinato da Bernardo Barberio e da sua madre D. Chiara Camposampiero, ora vincolato dalla Soprintendenza per i beni culturali della Calabria, è emersa una lettera datata 9 settembre 1852 in cui D. Francesco Barberio scriveva al fratello Domenico che si trovava a Cosenza, la seguente lettera: “Caro fratello, la notte scorsa (n.d.r.quindi, 8 settembre), verso le tre e tre quarti vi è stata una meteora che scoppiò verso i Cappuccini facendo un brontolare simile al tuono che si intese per tutto il paese ma non ha arrecato niun danno. Credo che in codeste parti non si sia intesa”. A quella data risale, quindi, anche la Chiesetta del Bacile, dove ogni anno, il 4 di ottobre, veniva portata in processione, fino a qualche tempo fa, la statua del Santo Patrono, perché dall’alto potesse continuare a benedire il sottostante paese preservandolo dal fuoco. Svelato il mistero quella trave di fuoco esce dal fantastico mondo delle leggende, nel quale la credenza popolare l’aveva collocata, per entrare nella realtà scientifica delle cose, proprio grazie a quella missiva scritta fra i due congiunti della famiglia Barberio, scrupolosamente conservata nell’archivio di famiglia, dove altri documenti attendono di essere letti per rivedere la storia di questa nostro paese anche dal punto di vista politico, economico e sociale.
* L’incisione è opera di Carmine Marra ed è tratta dal libro “Leggende Silane” di Saverio Basile
Articolo tratto da ilnuovocorrieredellasila.it